Bien. Ultimo giorno a Bergamo della villeggiatura estiva passsato (con tre essi) tra letto, cibo, outlet, computer e garage. Dannato sciopero dei treni, mi vendicherò! eggià, visto che in programma c'erano solo le prime due dell'effettivo palinsesto giornaliero. Ok anche i ferrotranvieri sono uomini. Ma che mi dite dei zincotranvieri o dei carboniotranvieri? Nessuno parla mai di loro, non fanno casini, non guidano una riscossa di centro, loro. Non potrebbero prendere esempio anche i ferro tranvieri, eh? eccheccavoli, devo sempre dire io le cose scomode? Cose scomode Su rieducational channel!
Comunque, eccoci qua pe la seconda parte di Londra, un po' più breve. A parte le piccole incomprensioni linguistiche e i prezzi stratosferici londinesi, ci siamo proprio divertiti. Londra ha un non so che di british. A portobello sono tutti molto presi e felici di quello che fanno, vendere chincaglieria e oggetti stranissimi e burloni, tutto insieme. E si divertono, un enorme mercato di felicità e palloni di pelle, timbrini, anelli, antiquariato, frutta, verdura, maglie, occhi, targhe, libricini, polmoni.
St.James Park è incredibile, ho fatto una foto che sembra un Seurat. Ci sono tante Sdraio tipo Rimini, senza alcun bagnino di Taranto con pila a manganello che ti chiede un pagamento per l'affito della suddetta. I palazzi sono imponenti ma ispirano una sicurezza ottocentesca che manco ve la descrivo (capirai, c'andate sempre a LLondra).
Abbiamo girato un po', poi un bel giorno è arrivata la parade, una festa indetta dal sindaco di Londra in onore di non so cosa, piena di luci e colori e quartieri che sfilavano davanti a noi che semprava la partòt, ma senza così tanta partecipazione del pubblico. Ma prima di ciò abbiamo assistito al più bel musical mai prodotoo: Spamalot! lovely ripped off the motion picture Monty Phyton and the Holy Grail. Fantastique, lo spettacolo più divertente a cui abbia mai assistito, viggiuro. poi parlarò meglio dei musical in un altro blog. COmunque basta così coi ricordini di London, anche perchè penso non vi freghi niente della deliziosa ospitalità di Orlando Bloom, the actor.
E a et i nì di ae, e a et i nì di... Cespu. CHe ha passato le ultime due settimane curvo su delle tavole di fumetti che quantomai mi è venuta l'idea di fare su un favini liscio 24 x 33. Nessuno scanner domestico o industriale(Olivetti) accettava il tal formato denominato dal sottoscritto: della muerte. Così ho fatto due scansioni per ogni foglio. Non pago le ho fatte due volte, perchè la prima eran solo le chine: "Trank, i grigi li metto col computer, come rat-man, ho scaricato un bel programmino.." che necessitava di un master per poterlo usare appropriatamente, dato che i grigi cambiavano col tempo... "però , almeno le parole le mettto col computer, eccheccazzo!" Il giorno dopo mi ero svegliato con le occhiaie per aver fatto le tre, per l'ennesima volta in 2 settimane in cui non uscivo di casa, a metter le parole: terza scansione! MA da mio cugino Fabio. Stesso tipo di scanner, ma sta volta me ne fotto di un centimetro e faccio i dodici fogli in dodici scansioni. Quanno ce vò ce vò.
La festa è stata bellissima, ho venduto ben tre dei miei fumetti autoprodotti! I musici bravi e poi ottimo l'aperitivo. I Jabber sono stai fantastici, a quanto dicono... ma questa è un'altra storia. Io avevo però un cilindro, il che fa la differenza.
E a et i nì di ae, e sale il prezzo del maiale
domenica 30 settembre 2007
sabato 22 settembre 2007
Drugo dietro lo specchio (Non risponde)
Mi scuso immediatamente con i due lettori del mio blog. l'applicazione non risponde, e non vedo perchè dovrei farlo io. Ni. Ni. NI. Questo post dovrebbe significare la schermata blu del nostro amatissimo sistema operativo. però non c'ho voglia di cambiare di nuovo i colori al blog, quindi consideratelo un messaggio triste. Il sistema, Io, non Microsoft, il capitalismo o balle varie, al momento è bloccato su un fumetto che deve consegnare entro martedì, sennò si attacca al tram. E visto che nè a Bergamo nè a bologna ce ne sono farà meglio a darsi una mossa. okey-dokey?
mercoledì 19 settembre 2007
Schiena da Londra
-You need another document
-...
-This is not valid
-...
-Give me your passport
-I didn't have it, er, I don't have it, i haven't it...
-mpf, Ok
-Iknow, I have to change it.
Questo it, che tanto fa paura ai selvaggi abitanti della foresta molto costosa, è la mia carta d'identità. (allegherò a breve la foto). Tanto sdrucita da far rabbrividire ongi pubblico ufficiale, italiano quanto britannico. Quelli britannici di più. Ecco quindi come cominciava l'emozionante avventura londinese del vostro eroe di fiducia. Ma, passata la dogana e lo scocciatissimo, ma distinto, doganiere ecco che mi si staglia davanti l'Inghilterra! Pardon, Luton. Già,perchè Luton non è londra, nè le verdi brughiere, ma un unico cantiere stradale: cittadina, cantiere , aereoporto. Preso dal forte rammarico di aver volato 1 ora (grazie fusorario!) fino a treviglio arrivo alla stazione dei treni. Altri 40 minuti e arriviamo a Londra, passandofinalmente tra verdi brughiere e case in mattoni. Stazione di City Thameslink e rimango subito abbaccinato( stato confusionario dato dalla vista di oggetti, palazzi, vedute) e così rimango fino a ieri data di rientro a Orio al Serio. Io e Daniela veniamo recuperati da sua sorella Elena che ci porta a mangiare in un pub dove con mio secondo rammarico ordiniamo hamburger. Secondo smacco: in Inghilterra gli hamburger sono buoni, anche il bacon. Dopotutto ci hanno pure un pittore e un filosofo che si chiamavano così, quindi...
Elena fa il dottorato alla London School of Economics e lavora in un cubicolo come Dilbert( quando glielo faccio notare e gli chiedo se hanno anche gatbert il malvagio dirgente del personale fa una faccia come per dire: cosa hai detto?hai altre cazzate da sparare? no, davvero, non so a cosa tu ti stia riferendo...)(avrei docuto dirle Catbert, in effetti sono in Gran Bretagna). è stata super gentile, ospitale e simpatica con noi due poveri sbarbatelli sperduti a Londra. Casa sua è attualmente a southwark e vive con un tedesco inequivocabilmente alto e una coppia di argentini di cui il maschio non si faceva vedere e sfuggiva dai corridoi. Abbiamo girato tutti i 5 giorni ininterrottamente visitando national, tate e british tra i musei. AL british c'era una bella mstra sulla stampe indiane del '200. Erano super colorate, un book fotografico delle varie attività ricreative preferite da Shiva, Ganesha e altre divinità bontempone.
Mentre ammiravamo queste splendide figurine si è presentato alle nostre spalle un inquitante figuro. Armato di videocamera riprendeva per qualche secondo ogni immagine, commentandone il titolo in Hindu o in un inglese alquanto esotico. I commenti, che per il 90% dei casi erano solo il nome della divinità raffigurata, mentre effettivamente c'enerano altre 5 o 6 comprimarie (che forse gli stavano però sui maroni),(tornando al soggetto della principale) erano pronunciati con una voce talmente calma, calda e rassicurante e esotica che mi sarei volentieri unito al primo gruppo di Hare Krishna che passava per il British. Purtroppo ( ma non secondo la mia ragazza) non è passato nessuno se non un giapponese con una suoneria techno-house che amabilmente lasciava squillare in quell'atmosfera soft tipo squillo di lusso della stanza delle stampe. Ahimè tra tutte le cartoline non c'erano quelle che volevo io, tranne una, nemmeno quella del signore con la video camera.
Sempre in tema di Indiani, quelli col puntino, ho beccato il sosia di Condello, mio professore di Letteratura e civiltà greca, e di Battiato, tutte e due indopakistani(nn so distinguere a vista, è come disingre un chilo di piume da uno di piombo).Tra l'altro paki significa Puri, quindi indopuritani, tipo gange come spoon river: dormono dormono sull'himalaya, dormono dormono sull'himala-a-aya.
Grazie alla triennale esperienza di Elena io e Dani abbiamo potuto salvaguardare i nostri stomachi da inappropriate abitudini isolane riguardo al nutrimento. I giorni sono passati tranquilli tra camminate interminabili e bellissimi palazzi ottocenteschi e insegne di pub. La sera di Inghilterra Sud-Africa quasi ogni pub inglese con una televisione era zeppo come ll milano-bergamo dell'una. il Pub sudafricano era uno scantinato riabilitato a pub, ma come fosse dentro non lo potrò mai sapere, dato che i tifosi arrivavano fin sopra alla strada e quelli del locale avevano messo un televisore anche sulle scale di fuori. L'unico pub agibile era densamente popolato come il giappone. Una bella pinta di birra per vedere un'ottima figuraccia inglese ed una clamorosa vittoria del Sudafrica. TO be continued (quanto odio questa frase, soprattutto alla fine delle puntate dei cartoni animati)
-...
-This is not valid
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-Give me your passport
-I didn't have it, er, I don't have it, i haven't it...
-mpf, Ok
-Iknow, I have to change it.
Questo it, che tanto fa paura ai selvaggi abitanti della foresta molto costosa, è la mia carta d'identità. (allegherò a breve la foto). Tanto sdrucita da far rabbrividire ongi pubblico ufficiale, italiano quanto britannico. Quelli britannici di più. Ecco quindi come cominciava l'emozionante avventura londinese del vostro eroe di fiducia. Ma, passata la dogana e lo scocciatissimo, ma distinto, doganiere ecco che mi si staglia davanti l'Inghilterra! Pardon, Luton. Già,perchè Luton non è londra, nè le verdi brughiere, ma un unico cantiere stradale: cittadina, cantiere , aereoporto. Preso dal forte rammarico di aver volato 1 ora (grazie fusorario!) fino a treviglio arrivo alla stazione dei treni. Altri 40 minuti e arriviamo a Londra, passandofinalmente tra verdi brughiere e case in mattoni. Stazione di City Thameslink e rimango subito abbaccinato( stato confusionario dato dalla vista di oggetti, palazzi, vedute) e così rimango fino a ieri data di rientro a Orio al Serio. Io e Daniela veniamo recuperati da sua sorella Elena che ci porta a mangiare in un pub dove con mio secondo rammarico ordiniamo hamburger. Secondo smacco: in Inghilterra gli hamburger sono buoni, anche il bacon. Dopotutto ci hanno pure un pittore e un filosofo che si chiamavano così, quindi...
Elena fa il dottorato alla London School of Economics e lavora in un cubicolo come Dilbert( quando glielo faccio notare e gli chiedo se hanno anche gatbert il malvagio dirgente del personale fa una faccia come per dire: cosa hai detto?hai altre cazzate da sparare? no, davvero, non so a cosa tu ti stia riferendo...)(avrei docuto dirle Catbert, in effetti sono in Gran Bretagna). è stata super gentile, ospitale e simpatica con noi due poveri sbarbatelli sperduti a Londra. Casa sua è attualmente a southwark e vive con un tedesco inequivocabilmente alto e una coppia di argentini di cui il maschio non si faceva vedere e sfuggiva dai corridoi. Abbiamo girato tutti i 5 giorni ininterrottamente visitando national, tate e british tra i musei. AL british c'era una bella mstra sulla stampe indiane del '200. Erano super colorate, un book fotografico delle varie attività ricreative preferite da Shiva, Ganesha e altre divinità bontempone.
Mentre ammiravamo queste splendide figurine si è presentato alle nostre spalle un inquitante figuro. Armato di videocamera riprendeva per qualche secondo ogni immagine, commentandone il titolo in Hindu o in un inglese alquanto esotico. I commenti, che per il 90% dei casi erano solo il nome della divinità raffigurata, mentre effettivamente c'enerano altre 5 o 6 comprimarie (che forse gli stavano però sui maroni),(tornando al soggetto della principale) erano pronunciati con una voce talmente calma, calda e rassicurante e esotica che mi sarei volentieri unito al primo gruppo di Hare Krishna che passava per il British. Purtroppo ( ma non secondo la mia ragazza) non è passato nessuno se non un giapponese con una suoneria techno-house che amabilmente lasciava squillare in quell'atmosfera soft tipo squillo di lusso della stanza delle stampe. Ahimè tra tutte le cartoline non c'erano quelle che volevo io, tranne una, nemmeno quella del signore con la video camera.
Sempre in tema di Indiani, quelli col puntino, ho beccato il sosia di Condello, mio professore di Letteratura e civiltà greca, e di Battiato, tutte e due indopakistani(nn so distinguere a vista, è come disingre un chilo di piume da uno di piombo).Tra l'altro paki significa Puri, quindi indopuritani, tipo gange come spoon river: dormono dormono sull'himalaya, dormono dormono sull'himala-a-aya.
Grazie alla triennale esperienza di Elena io e Dani abbiamo potuto salvaguardare i nostri stomachi da inappropriate abitudini isolane riguardo al nutrimento. I giorni sono passati tranquilli tra camminate interminabili e bellissimi palazzi ottocenteschi e insegne di pub. La sera di Inghilterra Sud-Africa quasi ogni pub inglese con una televisione era zeppo come ll milano-bergamo dell'una. il Pub sudafricano era uno scantinato riabilitato a pub, ma come fosse dentro non lo potrò mai sapere, dato che i tifosi arrivavano fin sopra alla strada e quelli del locale avevano messo un televisore anche sulle scale di fuori. L'unico pub agibile era densamente popolato come il giappone. Una bella pinta di birra per vedere un'ottima figuraccia inglese ed una clamorosa vittoria del Sudafrica. TO be continued (quanto odio questa frase, soprattutto alla fine delle puntate dei cartoni animati)
venerdì 7 settembre 2007
Tuo padre sembra Dante...il mio Francisco "Pancho" Villa
Hasta la revolucion! Le mie radici messicane sono ben visibili in questo reperto della rivoluzione contadina in cui mio padre sembra esprimere un giudizio negativo sulle trofie al pesto appena mangiate, ma in realtà sta ordinando la fucilazione di subdoli e schifosi spioni porfiristi! Viva Mexico! Viva Villa!
Shpousi
Evviva gli Shposi!!!! E pure gli invitati! Alle 9.30 pomeridiane ci troviamo in piazzetta Io, Daniela, Marco, Jimmy, Michele, Fore, Marzio, Campo, Caste, Ruben, Macca e qualche altro che non mi ricordo. Il pomeriggio era trascorso tra il riso alla sposa e le prove dell'abito. Il mio. Unico a poter vantare il cilindro di ordinanza, ecco che subito me ne vedo privato da mani che lo artigliano chiedendo:Posso? Ma sei Rino Gaetano! Colpa mia, in effetti 5 minuti prima di uscire di casa, aprendo a casaccio tra gli armadi trovo un gilet da abbinare al cilindro. Mi mancava solo il mandolino. Me lo fanno notare subito alla festa. Di mano in mano il cappello arriva a Paolo, supersposo. Che inizia a suonare la chitarra acustica insieme al resto del gruppo. Bye bye high hat. DOpo un mezz'oretta lo vedo appoggiato su una panca e finalmente è di nuovo mio, MIO!! il mio tesorooo!
Gli sposi sono super matti, ma l'attrazione numero 2 della sera arriva in macchina con me: Campo. Ubriacatosi dopo solo un quarto d'ora insieme a Marzio (che siccome deve guidare passa la restante parte della serata in macchina a dormire) inizia a urlare, ballare e insultare donne trentenni a caso, scoprendo che sono mogli di carissimi amici degli sposi. La sua faccia era tra il paonazzo crisi etilica e l'imbarazzato. Balla con la morosa di D. che lo scaraventa tra le aiuole (5 vocali, Sì!)Dove senza accorgersene inciampa in una siepe e casca bocconi tra l'ilarità generale e la risata ammiraglia. D. fa parrtire uno splendido limbo mentre balliamo il twist(io incredibilmente arrivo tra i primi posti, tanto per farvi capire lo stato di salute generele) con molta confusione di alcuni che tentano (tra cui il sottoscritto) di fare entrambe le cose: abbassarsi con le gambe ad angolo, con le gambe ad angolo coooon il t-twist. Fra cori su celadina e sugli sposi tutti alla festa sanno ormai da dove proviene la mandria di teen agers e vent'enni che scalpitano sulla dance floor insieme allo sposo, un suo amico divertentissimo, Gene reparto corse, e un altro spilungone che artiglia il microfono e inizia elencare i prezzi dei giri sulle giostre. I ballerini stremati se ne vanno a poco a poco salutando i migliori sposi incontrati. Paolo e Francesca, che non finiscono così male, sono già partiti per la luna diabetica, e noi invitati una volta a uscire in massa con tutti i loro amici perchè a detta di Paolo siamo dei 'veri ragazzi anni 80'. Salutiamo D. e Laura andandocene, ma il meglio deve ancora venire: io mi sobbarco la sicurezza di Campo evitandogli inciampate pericolose, ma lui sfugge alla mia presa avviandosi verso la più fatale balaustra nana del mondo! Ma ecco che con leggerezza ninfale (la stessa con cui ha sollevato lo sposo in braccio, da solo, facendolo saltare) si posa s essa per guardare giù, si allontana, si avvicina, si allontana, si avvicina e dal baratro trae un palo di metri 3 e di circonferenza alla base di centimetri 15 con la naturalezza con cui io dsegno fumettini. Sbandiera la trave fino alla macchina minacciando Andrea di non mi ricordo quale morte e scaglia come un aereoplanino di carta il palo sulle vigne sottostanti. Buona la torta. Buono lo spumante. Viva gli sposi!!!! VIVA!
Gli sposi sono super matti, ma l'attrazione numero 2 della sera arriva in macchina con me: Campo. Ubriacatosi dopo solo un quarto d'ora insieme a Marzio (che siccome deve guidare passa la restante parte della serata in macchina a dormire) inizia a urlare, ballare e insultare donne trentenni a caso, scoprendo che sono mogli di carissimi amici degli sposi. La sua faccia era tra il paonazzo crisi etilica e l'imbarazzato. Balla con la morosa di D. che lo scaraventa tra le aiuole (5 vocali, Sì!)Dove senza accorgersene inciampa in una siepe e casca bocconi tra l'ilarità generale e la risata ammiraglia. D. fa parrtire uno splendido limbo mentre balliamo il twist(io incredibilmente arrivo tra i primi posti, tanto per farvi capire lo stato di salute generele) con molta confusione di alcuni che tentano (tra cui il sottoscritto) di fare entrambe le cose: abbassarsi con le gambe ad angolo, con le gambe ad angolo coooon il t-twist. Fra cori su celadina e sugli sposi tutti alla festa sanno ormai da dove proviene la mandria di teen agers e vent'enni che scalpitano sulla dance floor insieme allo sposo, un suo amico divertentissimo, Gene reparto corse, e un altro spilungone che artiglia il microfono e inizia elencare i prezzi dei giri sulle giostre. I ballerini stremati se ne vanno a poco a poco salutando i migliori sposi incontrati. Paolo e Francesca, che non finiscono così male, sono già partiti per la luna diabetica, e noi invitati una volta a uscire in massa con tutti i loro amici perchè a detta di Paolo siamo dei 'veri ragazzi anni 80'. Salutiamo D. e Laura andandocene, ma il meglio deve ancora venire: io mi sobbarco la sicurezza di Campo evitandogli inciampate pericolose, ma lui sfugge alla mia presa avviandosi verso la più fatale balaustra nana del mondo! Ma ecco che con leggerezza ninfale (la stessa con cui ha sollevato lo sposo in braccio, da solo, facendolo saltare) si posa s essa per guardare giù, si allontana, si avvicina, si allontana, si avvicina e dal baratro trae un palo di metri 3 e di circonferenza alla base di centimetri 15 con la naturalezza con cui io dsegno fumettini. Sbandiera la trave fino alla macchina minacciando Andrea di non mi ricordo quale morte e scaglia come un aereoplanino di carta il palo sulle vigne sottostanti. Buona la torta. Buono lo spumante. Viva gli sposi!!!! VIVA!
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